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“Ricordo di Piccola sorella Annunziata del Gesù"
 

Carissime, carissimi, vorrei condividere con quanti leggono questi “messaggi del Cipax” una notizia molto triste. La Piccola Sorella Annunziata di Gesù (a settante due anni) è tornata al Padre, il mattino del 18 gennaio. La notizia mandataci dalla Fraternità delle Piccole Sorelle di Gesù di Chiusi dove risiedeva da anni, ci ha colto di sorpresa. Conoscevamo le sue precarissime condizioni di salute. Ci eravamo quasi abituati. Negli ultimi anni la vedevamo poco, ma la sua presenza spirituale, i suoi scritti e le sue notizie ce la rendevano vicina e in cammino con noi.
Fin dall’inizio del Cipax, trenta anni fa, Annunziata era stata presente ad ogni iniziativa del nostro “pregare ed operare per la pace: a Roma, in Sicilia, ad Assisi, a Basilea, a Graz…Sapevamo tutti quanto soffriva ma non ci ha mai fatto mancare il suo sorriso, il suo consiglio, il suo credo (“Sì credo…credo che in Cristo Gesù la mia carne è salvata e credo che tutto è amato e toccato da Lui”, è scritto nel suo testamento).
L’ecumenismo e la pace sono state le sue grandi passioni e insegnamenti. Nell’ambito del “Cantiere di pace del Cipax”, dedicato quell’anno a “Esperienze di cristiani e musulmani a confronto”, l’8 febbraio 2006, ci aveva parlato su”mistica e preghiera di Charles de Foucauld”. Vi invito a rileggere i testi sul sito www.cipax-roma.it nella cartella “trascrizioni”. Ieri (20 gennaio), partecipando al suo funerale a Chiusi, con numerose Piccole Sorelle e con il vescovo, mons. Rodolfo Cetoloni, ho letto le ultime parole con cui Annunziata aveva concluso il suo discorso, leggendo la lettera che Charles de Foucauld il 1° dicembre 1916, giorno della sua morte, aveva scritto alla cugina Marie: «Senza dubbio [davanti a Dio] lei trova di avere le mani vuote e ne sono contento; ma ho la ferma speranza che il buon Dio non sarà del suo avviso. L’ha resa troppo partecipe del suo calice quaggiù, e l’ha bevuto troppo fedelmente perché Egli non la faccia largamente partecipare anche alla sua gloria in cielo. Il nostro annientamento è il mezzo più potente che abbiamo per unirci a Gesù e per fare del bene alle anime. Quando si può soffrire ed amare si può molto, si può tutto ciò che è possibile a questo mondo: si sente che si soffre, ma non si sente sempre che si ama, ed è un’altra grande sofferenza! Ma si sa che si vorrebbe amare, e voler amare significa amare. Ci si accorge di non amare abbastanza, ed è vero, perché non si amerà mai abbastanza; ma il buon Dio sa di che fango ci ha impastato, e poiché ci ama più di quanto una madre possa amare suo figlio, ci ha detto, Lui che non mente, che non respingerà chi va a Lui…». Sono sicuri che la sua discepola, Piccola Sorella Annunziata, è andata incontro a Lui, e noi non ci sentiamo orfani.

Gianni Novelli